DOMANDA: A chi appartiene il mio sito?

RISPOSTA: A me, il cliente, ovviamente.

Ecco una seconda domanda alla quale – anche in questo caso – non si può dare una risposta cosiddetta ovvia.

In genere si è portati a pensare che quando si acquista una cosa (da un giornale a una casa) essa ci appartiene. Perché un sito web dovrebbe fare eccezione?

Due cose devono essere chiare:

  • La legislazione in materia non è affatto ben definita
  • Un sito Internet è un prodotto o un servizio? O entrambe le cose insieme?

Né queste considerazioni né qualsiasi altra scusa potranno farti cambiare idea: quando compri una cosa è tua.

Ma allora per quale motivo ho dovuto discutere col mio webmaster o con la mia web agency in merito alla proprietà del sito?

Vediamo quali tipi di sito possono essere “contesi”:

1) Il sito statico, magari semplice e di poche pagine.

Un sito statico è spesso il primo sito che si acquista. Un pò per non spendere troppo, un pò per non voler mettere in campo troppo materiale che magari non abbiamo si finisce per far realizzare un sito su misura del nostro lavoro (spesso su misura stretta), che a parte servire a noi non potrebbe essere di alcuna utilità a nessun altro.

In questo caso è difficile che l’agenzia accampi rivendicazioni: una volta pagato il sito appartiene al cliente. In ogni caso, fa fede il contratto o gli accordi messi per iscritto. Se non è prevista una clausola sulla proprietà del sito è bene farla includere, a costo di aggiungerla a mano e farla controfirmare.

2) Il sito dinamico, di molte pagine, realizzato su CMS proprietario dell’agenzia web.

Innanzitutto: cos’è un CMS? E’ come un sito in scatola di montaggio, una scatola vuota che dovremo riempire con pagine, testi e foto. E’ la struttura software che ci permette di creare il sito stesso. Usando un CMS il cliente è in grado di fare in totale autonomia (o quasi) la maggioranza degli aggiornamenti: modifiche a pagine esistenti o creazione di nuove pagine.

Quando questo software viene realizzato dalla stessa agenzia, di solito appartiene ad essa, e viene messo a disposizione dei clienti che desiderano avere un sito. Il fatto è che il cliente può non sapere come viene fatto il proprio sito, con che mezzo, e di conseguenza può non sapere che se decide di lasciare l’agenzia il sito potrebbe non essere a sua disposizione, ma rimarrà in agenzia. Al cliente resta il nome a dominio, ma i contenuti del sito che ha appena lasciato potrebbero non seguire il cliente. Questo perché per tenere insieme i pezzi del sito che il cliente ha laboriosamente caricato (pagine, testi, foto, video ecc.) è necessario il software CMS che però appartiene all’agenzia, e non se ne potrà fare una copia per uso personale.

E allora come si fa? Come posso lasciare l’agenzia che mi ha realizzato il sito con il proprio CMS senza… perdere il sito? Molta gente è ancora lì che ci pensa, ma intanto il sito ha dovuto rifarselo da capo.

E’ storia recentissima: il direttore di un importante hotel di Firenze mi ha recentemente chiesto: ma se decido di lasciare la ditta che mi ha realizzato il sito col proprio CMS come posso averne una copia? Semplicemente: non puoi. E allora come posso fare? Io inizierei da subito, un pò alla volta, a replicare su un dominio di servizio, opportunamente nascosto a Google (se leggi questo articolo scopri però che non è così semplice) la struttura e i contenuti dell’attuale sito su un CMS (WordPress, Joomla o Drupal). Se ne avrò bisogno, all’occorrenza potrò avere una copia bell’e pronta nel caso lasciassi l’agenzia.

Attenzione però al reindirizzamento delle URL, che potrebbero non essere replicabili esattamente uguali: potresti avere grossi problemi lato SEO.

Quindi, se ti appoggi a un’agenzia che per la realizzazione del tuo nuovo sito utilizza un CMS proprietario, che non ti darà nel caso in cui dovessi lasciarla, pensa che potresti restare appiedato dall’oggi al domani. Anche qui fa fede il contratto, e questo aspetto dell’accordo dovrebbe essere senz’altro trattato per iscritto.

3) Il sito dinamico, di molte pagine, realizzato su CMS Open Source

Cos’è un CMS l’ho appena spiegato, per chi non lo sapesse. Open Source invece significa che il programma utilizzato per la costruzione del sito (in genere WordPress, Joomla o Drupal) appartiene a nessuno e a tutti allo stesso tempo. Questi software sono disponibili in rete a livello mondiale e possono essere utilizzati ai fini sia privati che commerciali senza pagare un Euro a nessuno. Sono sviluppati da una nutrita comunità di sviluppatori a livello planetario e sono il mezzo che più ha contribuito allo sviluppo del web negli ultimi cinque anni.

Dunque, una volta realizzato il sito dovrebbe appartenere al cliente, perché in questo caso l’agenzia non può dire che il software appartiene a lei. Anche qui vi sono dei distinguo, in quanto si possono accampare la seguente motivazione, da parte dell’agenzia: il CMS può essere personalizzato su misura del cliente, e in questo caso il lavoro dell’agenzia può essere determinante per l’aspetto finale che il sito ha preso.

Resta da vedere in che misura questo intervento può essere incisivo sul sito, e cosa può decidere un eventuale giudice chiamato a deliberare in materia.

Non credo che un’agenzia possa negare al cliente, anche in caso di disputa, il possesso di una copia di un sito realizzato con un CMS Open Source. Ad ogni buon conto, anche in questo motivo torno a sottolineare che “carta canta”. Quindi: formalizziamo bene nel contratto a chi appartiene il sito nella sua interezza, nel caso in cui il cliente decida di non avvalersi più dell’agenzia che lo ha realizzato.

Dopo tutte queste “incoraggianti” situazioni, arriviamo al punto: noi il sito del cliente lo consideriamo in un modo solo: il sito appartiene al cliente, naturalmente dopo che lo avrà pagato per intero.

Non c’è bisogno di perder tempo a parlare di questi dettagli in fase contrattuale. Chi acquista un sito da noi riceve una cosa che è e resta sua. La stretta di mano prima e il nero su bianco poi sono le ulteriori conferme a tutto ciò.



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