I dati della grafica che vedi qui sopra riguardano questo sito, e sono quasi catastrofici. Più avanti ti dirò perché.
Cos’è “un sito efficace”?
E’ un sito “che converte”, come si dice in gergo, cioè che porta l’utente a fare quello che il proprietario del sito desidera che faccia. Punto.
Se lo scopo del sito è vendere qualcosa online, un sito “efficace” farà in modo che l’utente arrivi con facilità all’acquisto e senza incertezze.
Se il sito deve generare un contatto da parte di un utente che non conosceva l’azienda, un sito “efficace” farà in modo che egli acquisisca con semplicità e nel modo più immediato possibile tutte le informazioni riguardo al prodotto o al servizio che viene offerto.
Se il sito è stato creato per diffondere contenuti informativi, esso risulterà “efficace” se offrirà contenuti interessanti e istruttivi e se l’utente riuscirà a districarsi nei suoi meandri e potrà trovarvi e leggervi ulteriori pagine dello stesso argomento, di argomenti correlati oppure completamente diversi.
Un sito deve essere “bello” per forza?
Non necessariamente. Una bella persona è sicuramente più favorita rispetto a una meno bella, ma non è la sola bellezza estetica che decide il valore di una persona o di un sito web.
Come deve essere un sito per definirsi “bello”?
Bisogna vedere chi esprime il giudizio:
Per il proprietario, spesso il sito più bello è quello del proprio concorrente, perché presenta qualche soluzione grafica intrigante o di tendenza, che probabilmente ha già visto su siti di marchi nazionali o mondiali.
Per il comune utente (e questo posso affermarlo dopo oltre 16 anni di attività in ambito web) il sito è bello quando…
- Ha belle foto e soprattutto bei video;
- Ha contenuti interessanti;
- E’ facile da navigare;
- Ha una grafica adeguata all’argomento che tratta.
Se prendiamo ad esempio i siti delle case automobilistiche…
- Qualunque utente definirà bello il sito della Rolls Royce o dell’Aston Martin, dato che sono siti inappuntabili dal punto di vista di foto, video, “effetti speciali” e modelli d’auto rappresentati;
- Qualunque utente definirà bello il sito della Mercedes, non tanto per la bellezza in sé ma perché saprà prima di entrarci che tipo di auto ci troverà;
- Quasi nessun utente definirà bello il sito della Fiat (con tutto il mio rispetto per la casa torinese!) visto che le aspettative saranno “normali” in partenza e non sarà la grafica o le foto che stravolgeranno il “mood” dell’utente.
Ciò non toglie che anche il sito della Fiat assolva il proprio compito, dando ai propri utenti le informazioni e anche le emozioni che sono proprie di chi sta per acquistare un’auto dello storico Lingotto.
Però tutti e tre questi siti svolgeranno al meglio il loro compito se i loro progettisti…
- Conoscono a dovere il loro utente tipo;
- Si saranno impegnati a trasmettere all’utente il giusto mix tra “bellezza”, bontà dei contenuti e loro fruibilità.
Vediamo ora gli “ingredienti” nel dettaglio
Gestione dell’immagine
Significa dare il miglior risalto possibile all’azienda, ai prodotti o servizi che offre e ai benefici che l’utilizzatore ne trarrà.
Nei casi migliori (e purtroppo non molto comuni) vuol dire creare in modo quasi reale l’atmosfera nella quale l’utente si troverà dopo aver deciso che “quello” è il sito che fa per lui.
Oggi, con lo smartphone sempre collegato a Internet e con i social quasi sempre aperti, la velocità con la quale gli utenti navigano i siti è spaventosa, e altrettanto spaventosa è la mancanza di attenzione che essi dedicano ai contenuti che vedono. Per questo, la presenza di foto e video di buona qualità, avrà maggiori chances di catturare l’attenzione del nostro frettoloso utente.
In un concetto di grafica moderna, un uso coerente di icone e grafiche vare (associate o meno a foto e video di tipo tradizionale) potrebbe aiutare a dare un tono nuovo all’immagine del sito, soprattutto in quelle situazioni dove buone foto o buoni video non siano disponibili.
Facilità d’uso e navigazione
Soprattutto da smartphone. Più un sito ha contenuti, maggiore sarà questa esigenza. Molti utenti non riescono a leggere determinati dettagli che sono in bella vista sulla pagina che stanno scorrendo (sempre per la spasmodica fretta di cui parlavo prima), figuriamoci se poi andiamo a nascondergli i link delle cose che cercano nei meandri di un improbabile menu…
Spesso la facilità di navigazione male si addice con gli “effetti speciali”, che possono diventare una grossa fonte di disattenzione per gli utenti.
Velocità di navigazione
Difficilmente ci accorgiamo quando un sito è veloce, ma ci accorgiamo sempre quando un sito è lento.
La “navigazione normale” da desktop diventa spesso “navigazione lenta” da smartphone, poiché su essa incidono negativamente la velocità del segnale, soprattutto per i piani telefonici di secondo livello, e in quelle zone dove il segnale è più debole.
L’ingresso in un sito lento può trasformarsi in un abbandono, cliccando semplicemente su “Indietro”, e talvolta in un “clic” pagato a vuoto se l’utente arriva da una campagna sponsorizzata.
La velocità di navigazione è diventato un elemento fondamentale da metà 2020, quando Google ha fissato nuovi parametri per giudicare la velocità di un sito, che poi incide anche positivamente o negativamente sul suo posizionamento.
La grafica che vedi all’inizio di questa pagina è la riprova di quanto sto dicendo. Oggi (marzo 2021) questo sito misurato su GT Metrix ottiene una valutazione di classe D (performance del 49%) mentre in estate 2020, prima dell’entrata in vigore dei nuovi parametri di Google, era in classe A, con una performance del 92%.
Il sito non è cambiato, la sua velocità è rimasta la stessa, ma oggi Google lo penalizza perché dovrebbe essere più veloce e dovrebbe mostrare parametri ancora più aggiornati negli elementi della sua struttura mobile. E questo lo porta ad essere in parte anche penalizzato in termini di ranking, finché non sarà adeguato a quello che è richiesto oggi per soddisfare al massimo l’esperienza di navigazione degli utenti.
E’ ovvio che un sito veloce deve rinunciare in parte agli elementi che ne costituiscono la “bellezza”.
Strategia e tattica: se le consideri separatamente la battaglia è vinta a metà!
Cosa significa tutto questo, e come incide sui nuovi siti che tu – Flavio Pacini – intendi realizzare, o sui siti esistenti che devi rinnovare?
Ciò non significa che da ora in poi dovremo costruire siti piatti e banali, ma che servirà un percorso di pianificazione del lavoro più responsabile e “partecipato” sia da parte mia che dei miei clienti.
Occorrerà iniziare a tracciare “the big picture” del lavoro, e cioè:
- L’impostazione di fondo, stabilendo quali obiettivi il sito deve soddisfare e in quale modo dovremo aggistare la comunicazione nel caso di un restyling o di una ristrutturazione più profonda;
- In che misura siamo disposti a sacrificare la tradizionale “bellezza” del tuo nuovo sito in favore di una (potenziale) migliore efficacia.
Stabilita l’altezza di questa asticella, dovremo valutare prima di iniziare lo sviluppo del sito:
- Quale materiale servirebbe per creare l'”atmosfera” giusta?
- Di questo, quale abbiamo a disposizione?
- Quale non abbiamo ma potremmo avere?
- Quale non abbiamo e non potremo avere?
Così facendo, avremo stabilito la strategia per la costruzione o il rinnovo del sito.
Vedere la cosa dal lato tattico sarà più facile, e significherà tradurre in grafica e in una struttura di pagine e di navigazione adeguate quanto stabilito nella fase strategica della pianificazione.